Storia Fregona2024-08-09T19:18:41+02:00

Storia di Fregona

Storia di Fregona

In questo articolo trovate gli elementi salienti della Storia di Fregona.

Fino all’Epoca romana

Nella zona di Fregona sono stati rinvenuti utensili che attestano la presenza umana in loco già dall’età del ferro. Dal punto di vista morfologico l’area poteva già nell’antichità offrire dei vantaggi agli insediati, vuoi per la presenza dell’acqua, vuoi per la presenza di pascoli e declivi dove mettere a dimora piante per il sostentamento delle persone, vuoi per le alture utili per difendersi in caso di incursioni data anche la presenza dei monti in grado di proteggere naturalmente il versante nord del territorio.

Il toponimo può essere ricondotto a più ipotesi: al torrente Friga a sua volta riferito al termine longobardo indicante solco-canale, al germanico Friedrich ossia Federico, al latino frigus cioè fresco-freddo.

In età romana Fregona fu un punto di passaggio documentato dal rinvenimento di monete dell’epoca e dalla presenza di riferimenti nella toponomastica locale. Successivamente il suo territorio fu teatro di invasioni barbariche e in epoca feudale di uno sviluppo sociale ed economico documentato dalle testimonianze giunte sino a noi.

Dal Medioevo al Quattrocento

Un documento del 923 del re Berengario cita tra le altre località del circondario anche Fregona.

La pieve di Fregona, che poi darà origine alle filiali di Montaner, Cappella Maggiore, Osigo e Sonego si scopre già presente in alcuni documenti antecedenti l’anno Mille.

Nel 1161 un documento redatto da Federico Barbarossa riporta tra gli altri il nome del territorio di Fregona.

Nel 1182 Fregona è espressamente nominata nella Bolla di Papa Lucio III “Quoties a nobis petitur” del 18 ottobre dello stesso anno.

Nel 1212 il Castrum di Fregona viene citato in un documento del Patriarca di Aquileia Valficherio.

Nei secoli XII-XV la famiglia Da Camino influenza e domina anche sul territorio di Fregona.

Dal Quattrocento all’Ottocento

Dal 1422 Fregona fa parte della Repubblica di Venezia e ne segue le vicissitudini. Il Bosco del Cansiglio con la sua foresta diventa un patrimonio per la Repubblica che lo tutela, assieme ad altri beni naturalistici, con un magistrato “sopra legne e boschi”.

Durante la Guerra della Lega di Cambrai, nel 1509 grazie all’azione di un gruppo di Fregonesi, Serravalle a Vittorio Veneto venne liberata dalle truppe asburgiche e Venezia ricompensò il paese con una riduzione dei dazi (pergamena ancora oggi conservata nel municipio).

Nel 1797 con la caduta della Repubblica di Venezia, il territorio fece parte, della Repubblica Cisalpina prima e del Regno d’Italia poi.

Nel 1798 nel territorio comunale e più precisamente nella piana del Cansiglio giunsero dall’Altipiano di Asiago alcune famiglie di Cimbri che diedero vita ad una nuova comunità.

Dopo la caduta di Napoleone, tutta la zona passò sotto il controllo dell’Impero Austro-Ungarico.

Dall’Ottocento ad oggi

Dal 1866 il Veneto ed il Friuli, ad eccezione della Venezia Giulia, vennero annessi al neonato Regno d’Italia.

Fra la fine dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale molti Veneti emigrarono verso i paesi dell’America Latina specialmente Brasile ed Uruguay.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e l’ingresso dell’Italia (1915) nell’alleanza con Francia e Russia i territori veneti, ed anche Fregona, servirono come retrovia per le numerose truppe che erano al fronte.

Dopo la disfatta di Caporetto, tutta la Sinistra Piave divenne zona occupata dagli austriaci. La situazione già critica per la popolazione si accentuò per le requisizioni dell’esercito occupante e per la difficile convivenza fra Italiani e Austro-Ungarici.

Con la fine della prima guerra mondiale il territorio ritorna italiano e le genti pur in una situazione economica disperata iniziano un nuovo percorso.

La zona torna alla ribalta di cronache tristi dopo l’armistizio del 1943 durante la seconda guerra mondiale. Nella zona, come in tante parti dell’Italia, si formano squadre di partigiani che utilizzano proprio la Foresta del Cansiglio come base logistica per sabotare le linee di comunicazione e le installazioni avversarie. Alla fine della seconda guerra mondiale anche per tanti abitanti di Fregona l’unica alternativa è l’emigrazione.

Durante gli anni Sessanta nuovo sviluppo e nuove idee danno il via ad un’epoca di lavoro e stabilità.

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