Innocente Pittoni

Chi era Innocente Pittoni?

Innocente Pittoni era un patriota italiano e fondatore della Società di Mutuo Soccorso di Conegliano. Nacque a Conegliano nel marzo 1833 da Franco Pittoni e Giacomina Daros Giugali. La famiglia abitava in Contrada Grande, l’odierna via XX settembre. Aveva due sorelle.

Poco si sa della sua gioventù perché alcuni documenti vennero bruciati affinché non cadessero in mani sbagliate dopo Caporetto. In tale circostanza vennero dati alle fiamme molti documenti che parlavano del Risorgimento nella zona coneglianese.

Un parroco lo ricorda come: “Un giovinetto di spirito forte e severo, di mente colta e gentile, intollerante ad ogni prepotenza”.

Innocente Pittoni era un mazziniano convinto e fervente, era a capo del sub-comitato segreto dal 1859 fino alla fuga da Conegliano. In tale veste collaborò con i sub-comitati di Ceneda, di Serravalle e Treviso. La funzione di questi sub-comitati era quella di convincere i giovani a non arruolarsi nell’esercito austro-ungarico e di espatriare in Piemonte che all’epoca faceva parte del Regno d’Italia. La Foresta del Cansiglio fungeva, in quel periodo, come organizzato da Innocente Pittoni, come punto di sosta per il cambio di uniforme e vettovagliamento prima della partenza per il Piemonte.

La situazione andò avanti per diverso tempo. Venne anche condotto in carcere, perché un giovane, fermato dalla polizia austriaca in provincia di Rovigo, diretto a Ferrara fece il suo nome. Poco prima dell’arresto, alcuni suoi collaboratori Bortolo Rios e Giacomo Viviani, si recarono a casa sua in Contrada Grande e bruciarono tutte le carte compromettenti. A riguardo, una fonte ricorda:

“[…] stava in continua relazione con i grandi uomini del tempo e, per non dir d’altri da Camillo Cavour a Filippo De Boni, da Carlo Tivaroni al prof. Vanzetti, da De Burri a Tardivello d’Adria.”

Gli Austriaci non riuscirono ad incolpare Innocente Pittoni dei reati ascritti. Gli Austriaci trovarono solo una cartellina con dentro “informazioni speciali” che era stata predisposta dai due amici del Pittoni. All’interno invece della corrispondenza con i vertici italiani vi erano le lettere amorose indirizzate al patriota. Venne comunque trasferito al carcere della Giudecca per sei mesi di detenzione.

In tale occasione Innocente Pittoni assunte un atteggiamento difensivo. Non trovando documenti, informazioni per le accuse venne prosciolto e poté tornare a Conegliano.

Ebbe un ruolo attivo anche nei moti rivoluzionari del 1864 in Friuli. Morì a Conegliano nel 1870 all’età di 37 anni colpito probabilmente da tisi.

A Innocente Pittoni sono state intitolate sia una scuola di II grado sia una via a Conegliano.