Storia di Vittorio Veneto
Storia di Vittorio Veneto
La Città di Vittorio Veneto, come la conosciamo oggi è il frutto dell’unione di Ceneda e Serravalle avvenuta nel 1866 quando il Veneto entrò nel Regno d’Italia.
Infatti la Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, che all’epoca aveva la sua capitale a Firenze, riporta:
“Sulla proposta del ministro dell’interno; Viste le deliberazioni prese dalle rappresentanze dei comuni riuniti di Ceneda e Serravalle in provincia di Treviso; Abbiamo decretato e decretiamo – Articolo unico. Il novello comune risultante dalla riunione di Ceneda e Serravalle è autorizzato ad assumere la denominazione di Vittorio. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Firenze, addì 22 novembre 1866.
VITTORIO EMANUELE II–Ricasoli.”
Dall’epoca romana ai secoli successivi
Le prime attestazioni storiche sull’origine di Ceneda e Serravalle risalgono all’epoca romana quando Ceneda dipendeva da Oderzo (vicus opiterginus), all’epoca fiorente e popolata città. Serravalle non di meno doveva rappresentare già all’epoca la sede per il controllo di chi, attraverso la via regia, saliva o discendeva l’attuale Val Lapisina per esportare o importare merci oltralpe, o il nucleo di difesa per contrastare quanti in armi volevano invadere il territorio. Le due realtà all’epoca erano di fatto un tutt’uno.
L’importanza, di Ceneda aumentò quando Oderzo decadde.
La tradizione cristiana attribuisce a Matrucco o Manducco la costruzione del castello sul monte Marcantone culminante con la Turris Nigra di cui ora restano i ruderi. La figlia di Matrucco era Augusta la quale divenne Santa dopo aver subito il martirio ad opera del padre.
Diverse furono, durante l’epoca post impero romano, le dominazioni dei barbari che si succedettero.
Nel 568 con l’arrivo dei Longobardi, vennero creati i ducati e ne venne istituito uno a Ceneda. I territori controllati erano quelli che andavano dal Bellunese odierno fino alla Prealpi della Carnia.
Ceneda dopo la sconfitta dei Longobardi da parte dei Franchi, divenne sede vescovile (lo è tutt’ora), civile e politica.
Intorno all’anno Mille
Nel 903 gli Ungari devastarono il Veneto e anche Ceneda venne distrutta mentre Serravalle, contando sulle più efficienti fortificazioni, fu risparmiata.
Secondo la tradizione, alla metà del XII secolo i vescovi cenedesi che controllavano il territorio tra il fiume Livenza ed il fiume Piave fino al mare, consegnarono Serravalle ed il suo territorio in feudo ad un gruppo di potenti famiglie, tra le quali prese rapidamente il sopravvento quella dei Da Camino.
Serravalle in quel periodo migliorò la sua condizione tenuto conto che aumentarono i commerci e gli scambi con l’attuale provincia di Belluno ed il Cadore. Venne potenziato anche l’utilizzo del fiume Meschio che portò ulteriore benessere, veniva infatti utilizzato come forza motrice (mulini) per produrre armi bianche quali spade, lance, frecce, archi, ecc.
Nel 1226 vennero costruite da parte di Gabriele III Da Camino delle nuove mura che incrementarono la sicurezza di Serravalle. Fonti dell’epoca le descrivono così estese che collegavano i due colli: il Cucco ed il Marcantone.
La famiglia Da Camino controllò Serravalle dal 1154 al 1335 quando Riccardo III morì ed essendo senza eredi maschi il feudo passò nel 1337, previo intercessione del Vescovo, alla Repubblica di Venezia.
Dalla Repubblica di Venezia al 1866
L’arrivo dei Veneziani aumentò l’importanza di Serravalle: per la sua posizione strategica, per i fiorenti commerci, per la nascita dell’industria della lana e per la continua apertura di attività artigianali.
Caduta la Repubblica di Venezia, in seguito all’invasione dei Francesi di Napoleone, il territorio passò all’Impero Austro-Ungarico ed entrò successivamente a far parte del Regno d’Italia del 1866.
Nel corso dei secoli, Ceneda mantenne una certa autonomia data la presenza del Vescovo; mentre Serravalle grazie ai dazi ed alla sua conformazione di valle chiusa incrementò il proprio benessere economico.
La Prima Guerra Mondiale
Dopo la ritirata di Caporetto, Vittorio (Veneto) divenne città occupata e subì privazioni e devastazioni che la colpirono duramente. Nel 1918 a seguito della battaglia di Vittorio (Veneto) l’esercito imperiale firmò l’armistizio che porto alla sua resa ed alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Nel 1923 la città assunse la dicitura Veneto, quindi Vittorio Veneto in ricordo della Battaglia Finale del 1918.
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