Torchiato di Fregona DOCG
Torchiato di Fregona DOCG
Storicamente, secondo le tradizioni, l’origine del Torchiato di Fregona DOCG risalirebbe al Seicento circa, quando un agricoltore della frazione di Ciser a Fregona, visto il cattivo andamento dell’annata pensò di porre i grappoli d’uva in un ambiente che gli permettesse di raggiungere un adeguato grado di maturazione.
Successivamente attese che questi fermentassero ed ottenne un vino dolce con un’elevata gradazione alcolica: il Torchiato di Fregona DOCG.
Il termine Torchiato deriva da quell’antico attrezzo di cantina che è il torchio, utilizzato per la torchiatura delle uve appassite. Infatti, se si adoperassero le normali pigiatrici, non si avrebbe una soddisfacente estrazione del mosto.
L’equilibrio e la bontà del vino dipendono dalla capacità di ogni singolo agricoltore nel dosare giustamente le varie uve, si tratta infatti di un segreto.
Il Torchiato di Fregona è un passito che deriva da uve bianche di Verdiso, Boschera e Glera, con piccole aggiunte di Bianchetta che vengono torchiate durante la settimana di Pasqua; per questo è detto anche Vin Santo. Queste uve vengono stese nei graticci in ambienti asciutti ed arieggiati in attesa che il grappolo d’uva si appassisca.
E’ un vino da meditazione, da servire con pasticceria secca a base di mandorle, ma può accompagnare anche alimenti più complessi come formaggi erborinati.
Va servito ad una temperatura di 10-12 C°.
Il mosto ottenuto viene lasciato decantare e fatto fermentare lentamente in botticelle di rovere e acacia non del tutto colme, affinchè il vino si ossidi a contatto con l’aria, in piccola parte disperdendosi. Le botti di rovere assorbono circa 10-12 litri di vino e vengono adoperate per circa 10-12 anni.
Il 2 agosto, che per antica simbologia pagana è la festa degli uomini (il giorno dedicato alla virilità), i maschi procedono al rito dell’assaggio del nuovo Torchiato, destinato ad un ultimo passaggio in botte (questa volta riempita completamente) fino alla primavera successiva, in cui viene imbottigliato.
Il procedimento, alquanto laborioso, è tramandato con passione di padre in figlio.
Attualmente ci sono diversi produttori, sia individuali che riuniti, che producono il Torchiato di Fregona.
Da 100 chili di uva si ottengono circa 20 litri di vino passito che si presenta di colore dorato carico, con sentori di miele d’acacia o di tiglio, di frutta secca e note di vaniglia; al gusto si ritrova un perfetto equilibrio tra la componente alcolica (15%-16%), quella acida e quella zuccherina ottenendo quell’effetto, dolce con retrogusto amarognolo‚ che è il suo principale elemento distintivo.
Nel mese di aprile a Fregona viene celebrata una festa denominata “Mostra del Torchiato di Fregona e dei Vini dei Colli di Conegliano“.
E’ stato istituito un Consorzio che tuteli il Torchiato di Fregona DOCG.