Chiesa San Sebastiano
La chiesa di San Sebastiano venne realizzata sul Monte Monfenera, molto probabilmente come ex voto della popolazione locale, a seguito delle ripetute epidemie di peste che colpirono la zona nel corso del XIV secolo. Diverse furono le ondate della malattia come quelle del 1348, del 1360, del 1466, 1576-1577, ecc. La peste si diffuse in Europa attraverso navi mercantili che portando spezie, stoffe e merci dall’oriente, sbarcarono anche topi e parassiti trasmettitori del contagio. I primi focolai colpirono le città marinare italiane e nel corso di pochi anni l’epidemia si diffuse in tutto il continente. Si pensi che la peste nera, così venne chiamata a causa delle bolle di colore nero che rendevano manifesta la malattia, uccise circa 26 milioni di persone in Europa. Fu un’apocalisse se si pensa che la Prima Guerra Mondiale vide la morte di oltre 8 milioni di persone e la Seconda Guerra Mondiale vide morire 50 milioni di esseri umani di cui 30 milioni in Europa.
Gli abitanti di Pederobba, per cercare di scampare alla pestilenza, rivolsero le loro suppliche a San Sebastiano e decisero di costruire un edificio sacro in suo onore.
Sebastiano è un martire cristiano che venne condannato a morte per ordine dell’imperatore Diocleziano. Trafitto dalle frecce dei giustizieri verso la fine del III secolo e creduto morto, dopo la guarigione dovette subire un nuovo supplizio fino alla morte. Dal VII secolo viene invocato per scongiurare o limitare i danni delle pestilenze.
La chiesetta di San Sebastiano all’epoca godeva anche di una piccola rendita formata da tre campi e questo le permise di essere gestita da un parroco fin dalla fine del Quattrocento. Le continue offerte dei devoti fecero si che la chiesetta godesse di una manutenzione costante nel corso dei secoli. La cura della struttura religiosa aumentò in seguito al Concilio di Trento del 1545-1563.
Con il passare del tempo la chiesetta venne annessa alla pieve di Pederobba mentre il culto e la devozione nei confronti del Santo crescevano di anno in anno tant’è che nella vicina pieve di Cavaso del Tomba è conservata una pala di Bassano il Vecchio che raffigura la Madonna coi Santi Rocco e Sebastiano ai piedi dei quali sono imploranti uomini e donne infette dal morbo pestilenziale.
“La bianca chiesetta con il campaniletto rosso e aguzzo” fu una definizione del Paladini, venne distrutta nel corso della Grande Guerra.
Più granate colpirono l’edificio religioso nell’inverno del 1917 allorché si scatenò una tempesta di fuoco sul piccolo colle di San Sebastiano. La miseria e la povertà che seguirono al periodo bellico non consentirono ai pederobbesi, emigrati in massa dalla loro terra, di ricostruire tutte le cappelle campestri.
Prima di tutto dovevano essere ricostruite le case e la chiesa parrocchiale, poi nel tempo venne il turno delle cappelle minori, fra le quali quella di San Sebastiano. Pertanto ancora per diversi anni la chiesa rimase diroccata.
La chiesetta attuale vuole rappresentare un tempio ai Caduti di tutte le Guerre. Venne progettata dall’arch. Giacomo Bresolin di Pederobba e fu ricostruita con le offerte della popolazione pederobbese ed inaugurata nel 1969.
Venne restaurata nuovamente nei primi anni 2000 dal Gruppo Alpini di Pederobba.
Le celebrazioni per ricordare San Sebastiano avvengono il 20 gennaio di ogni anno.
Dove trovarla
La chiesa di San Sebastiano si trova in via Monfenera