Duomo di Conegliano

Duomo di Conegliano

La serie dei portici che caratterizza l’intera Contrada Grande non viene interrotta neppure dalla facciata della Sala dei Battuti che nasconde quella del Duomo cittadino. Scandita da nove archi ogivali al pianoterra, ai quali al primo piano corrispondono sette trifore e due balconi, la grande superficie della facciata è stata affrescata alla fine del sec. XVI dal pittore Ludovico Toeput, detto il Pozzoserrato.

Al di sopra dell’edificio si innalza il bel campanile del Duomo, costruito nel 1497, il cui motto latino: “Omnes vulnerant ultima necat” Tutte feriscono, l’ultima uccide si riferisce al segno che le ore lasciano nella vita di tutti noi.

Posteriormente alla Sala dei Battuti, sempre in Contrada Grande si trova il Duomo della città, la cui costruzione fu iniziata dai Battuti nel 1345. Questi erano i membri di una congregazione che aveva avuto origine verso il 1260 in Umbria e che già pochi anni dopo era presente a Conegliano, distinguendosi per la cura della spiritualità degli abitanti oltre che per l’assistenza materiale prestata attraverso ospedali ed ospizi da loro fondati. Inizialmente furono ospitati dai monaci pomposiani di Santa Maria di Monte, situati lungo la strada che porta in castello nell’area oggi occupata da villa Chisini, ma entro il 1354 costruirono la loro chiesa intitolata a Santa Maria Nuova dei Battuti, sorta al centro di un ospizio per pellegrini da loro gestito.

Nella seconda metà del XIV secolo sopra ai portici fu realizzata la sovrastante sala per le riunioni che, collocata perpendicolarmente alla navata della chiesa, permise di rispettare la continuità del fronte stradale. Alla fine del Quattrocento fu ampliato l’edificio ormai non più sufficientemente capiente con la realizzazione del presbiterio, di due nuove navate e del campanile (1497). In quegli anni si provvide anche alla decorazione interna, di cui rimangono notevoli tracce, e alla realizzazione della pala d’altare. Nel sec. XVIII il tempio fu modificato secondo il gusto dell’epoca: le arcate a sesto acuto furono sostituite da archi a tutto sesto e furono applicate decorazioni in stucco. In questo periodo l’originaria chiesa dei Battuti divenne il Duomo della città, intitolato a Santa Maria Annunziata e a San Leonardo. Attualmente la chiesa si presenta formata da due parti distinte: le navate trecentesche ed il presbiterio moderno. Le navate presentano elementi a candelabra, in parte integrati in epoca moderna, nell’intradosso degli archi e in corrispondenza delle vele del soffitto. La decorazione è coeva al Santo Stefano e al San Lorenzo, affrescati sui pilastri mediani datati 1491.

La chiesa ospita notevoli opere d’arte: la pala d’altare collocata nel presbiterio, recentemente restaurata, fu eseguita da Giambattista Cima da Conegliano nel 1493 e raffigura la Madonna col Bambino e angeli, tra i santi Giovanni Battista, Nicola, Caterina d’Alessandria, Apollonia, Francesco e Pietro. Di notevole interesse è anche il dipinto di Francesco Beccaruzzi, artista coneglianese vissuto nel sec. XVI, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate, nella parte superiore, e i Santi Luigi, Bonaventura, Caterina d’Alessandria, Girolamo, Antonio e Paolo, nella parte inferiore. Degna di nota è anche la grande tela di Jacopo Palma il Giovane (1544 — 1628) raffigurante Santa Caterina battezzata dall’eremita, collocata sulla controfacciata sopra la porta d’ingresso. Nella prima cappella a sinistra, ove è posto anche il fonte battesimale proveniente dalla chiesa di Arfanta, è visibile il dipinto raffigurante Il Battesimo di Cristo di Francesco Frigimelica (1570 circa — post 1649), proveniente dall’antica chiesa di San Giovanni Battista che si trovava in Borgo Madonna. Altra opera di pregevole fattura è la scultura quattrocentesca del Cristo crocifisso di cui non si hanno notizie certe, ma che risente dell’influenza di modelli devozionali di tradizione nordica. Sopra la porta laterale destra, inoltre, vi è una tela raffigurante San Marco tra i santi Leonardo e Caterina d’Alessandria, attribuita alla fase iniziale dell’attività di Francesco Beccaruzzi.

La facciata della chiesa è in realtà nascosta da quella della Sala dei Battuti, che è caratterizzata dalla successione di nove archi a sesto acuto. Questa fu affrescata alla fine del Cinquecento da Ludovico Toeput, detto il Pozzoserrato, con scene tratte dalle sacre scritture realizzate con una monumentalità delle figure che risente ancora del gusto manierista. Guardando la facciata, da sinistra, si possono ammirare i seguenti episodi: Ester supplica Assuero; Davide e l’Arca di Dio; Raab nasconde gli esploratori ebrei; la Madonna soccorre la nave in pericolo che trasporta i Battuti; Salomone e la Regina di Saba; il Diluvio Universale; Gedeone ed il prodigio del vello di lana; la visione di Giacobbe e la Carità.

Dove trovarla

Duomo di Conegliano si trova nel viale XX settembre