Storia della Strada Alemagna
In questo articolo vi raccontiamo la Storia della Strada Alemagna.
La Strada Statale 51 “Alemagna” è una via di comunicazione che ha avuto un’importanza strategica nel corso dei secoli per chi abitava o si occupava di commerci nell’area degli antichi centri di Oderzo – Ceneda ed i paesi collocati oltre le Alpi e raggiungibili via Cortina e Dobbiaco.
La via “Alemagna” che nel corso dei secoli ha subito varie modifiche del suo tracciato, probabilmente era utilizzata già in epoche preistoriche.
L’obiettivo per i viandanti dell’area ricordata più sopra, era ieri come oggi un insieme di necessità: sicurezza, ridurre la spesa sui dazi, risparmiare tempo. Proprio l’Alemagna permetteva ai viandanti dei secoli scorsi di risparmiare diversi giorni di viaggio per arrivare a Dobbiaco piuttosto che intraprendere la via di Verona che pur più comoda, richiedeva molto più tempo.
Vi erano sicuramente anche altre vie che conducevano verso il Cadore seguendo il tracciato del Piave o le mulattiere che collegavano e collegano le Prealpi Trevigiane con quelle Bellunesi come il Passo Praderadego a Follina, il Passo San Boldo a Cison di Valmarino.
Nei secoli le varie vie furono oggetto di dissesti idrogeologici per cui Cordevole, Piave e Maè, assieme alle guerre obbligarono pellegrini, viandanti, commercianti e soldati ad adattarsi alle nuove realtà.
Reperti storici indicano che vi furono delle relazioni fra il Vittoriese e Gurina, paese dell’odierna Austria, infatti diverse furono le lamine votive in lingua venetica scoperte oltralpe.
Età romana
Con la colonizzazione Romana del Veneto durante il II secolo a.C. si vennero a formare tutta una serie di arterie viarie per lo spostamento dell’esercito ma anche per lo sviluppo dei commerci. Alcune strade sono giunte fino a noi come la Via Postumia, la Strada Annia, la Via Claudia Augusta Altinate.
È risaputo che i Romani cercavano sempre i percorsi più brevi senza badare a pendenza o a difficoltà per collegare le loro mete.
Età medioevale
Poco prima del Mille con la costituzione dell’impero Romano-Germanico, la Strada Alemagna divenne una arteria importante perché riduceva i tempi di percorrenza fra il Friuli e la Germania.
L’avvento delle Crociate del 1182-1192, 1202-1204 ed il primo Anno Santo del 1300 portarono un incremento importante del traffico e la via venne percorsa da viandanti, pellegrini oltre che dai consueti guerrieri e mercanti.
Nel 1260 nella rivista tedesca Gross-Deutscher Verkehr si trova menzionata la strada che serviva da collegamento tra Venezia-Innsbruck-Augusta e probabilmente fu in quell’epoca che assunse il nome di Alemagna.
La Strada Alemagna divenne uno snodo viario determinante anche grazie alle attività promosse durante il dominio della famiglia dei Da Camino, fra il 1135 ed il 1335, che controllavano sia Serravalle, il Bellunese ed il Cadore. I Da Camino esigevano il dazio nei pressi del Castello Podestagno. Quest’ultimo conosciuto anche come Bodestagno si trovava fra la località Pra’ de Castel (Cortina d’Ampezzo) e Cimabanche lungo il Torrente Boite. In quel luogo trovavano ristoro i viaggiatori che percorrevano la Alemagna. Secondo quanto riportato era il punto più difficile e pericoloso dell’intero percorso.
Dal Trecento al Seicento
Nel corso del Trecento dalla Germania giunsero lungo l’Alemagna diversi Ebrei che con il tempo, formarono le comunità ebraiche di Serravalle e Conegliano.
Nel XIV secolo le comunità stanziate lungo la via dovettero accordarsi per risolvere i problemi di manutenzione ordinaria e straordinaria della strada. Nel 1368 il Meriga delle regole ampezzane decise che toccava alle singole Comunità provvedere gratuitamente alla manutenzione con un membro per ogni famiglia indipendentemente dal fatto che fosse uomo, donna, bambino o anziano. Questo lavoro doveva essere svolto anche nel periodo invernale durante le abbondanti nevicate.
Nel 1428 i fratelli Danieli di Pordenone in missione dal duca del Tirolo si lamentarono delle difficoltà del superamento del roccione di Podestagno. Della medesima opinione fu anche il frate Felix Schmidt da Ulm. Nel corso del Quattrocento le lamentele continuarono sia da parte dei molti mercanti sia dalla popolazione locale. La situazione obbligava i viaggiatori ad un rallentamento che costringeva i conduttori delle merci a cambiare carretto. Si creava un senso unico alternato e sorgevano continuamente problematiche e rallentamenti.
Nel 1497 Andrea Trevisan fu eletto nuovo ambasciatore della Repubblica di Venezia in Inghilterra e dovette raggiungere la sua nuova destinazione. Per questo motivo partì da Venezia, passò per Treviso, quindi Serravalle, percorse tutta la Strada Alemagna e arrivò superando il Canale della Manica a Londra a testimonianza che l’Alemagna era una strada importante utilizzata anche dal Corpo Diplomatico.
Nel corso del Cinquecento diverse furono le proteste dei frequentatori della Strada di Alemagna che inviarono lettere a Innsbruck perché anche oltre confine la situazione della strada era alquanto scadente.
Nel 1564 la Commissione che sovrintendeva alla gestione della strada stabilì che la riparazione delle buche doveva essere praticata dagli Ampezzani. Nel 1585 venne anche deciso che gli abitanti di Ampezzo dovessero prendersi carico anche del tratto Ospitale di Cadore – Sorabances (Cimabanche).
Nel corso del Settecento, la Strada Alemagna era diventata inadeguata per le mutate necessità per cui vennero affidati incarichi ad alcuni ingegneri ed architetti per progettare una complessiva ristrutturazione della Strada.
Dal Settecento ai giorni nostri
Nel 1755 venne superato anche il blocco del Podestagno ormai diventato di scarsa utilità, infatti la Repubblica di Venezia investì diverso denaro nella costruzione della variante verso Sesto che risultava più agevole e comoda per il trasporto delle merci verso l’area germanica. Questo provocò dei danni economici sia al Comune di Ampezzo sia al gestore del Castello che videro diminuire i traffici delle persone su quel tratto dell’Alemagna.
Nel 1762 venne modificato il tracciato eliminando la salita al castello con la variante Ru de Cavai ma questo non sortì l’effetto sperato. Nel 1794 il Castello di Podestagno era ormai caduto in rovina e per questo motivo il Comune di Ampezzo ottenne dall’Imperial Regio Comando Militare del Tirolo il nulla osta alla sua demolizione. Dell’antica struttura attualmente sono visibili solo alcune rovine.
Nel 1806 un Decreto di Napoleone stabilì l’apertura di una nuova strada ma non ci fu nessun seguito.
Con il ritorno della dominazione austriaca il problema della Strada Regia divenne urgente perché la via Venezia – Innsbruck passando per Ampezzo richiedeva solo 75 ore di viaggio contro la via Verona-Trento che ne richiedeva 100.
Negli anni Dieci dell’Ottocento visti gli enormi interessi in gioco, si rese necessaria la riprogettazione e realizzazione di una nuova Alemagna.
Fra il 1817 ed il 1830 la nuova Strada Regia di Alemagna venne fatta costruire dal Governo Austro-Ungarico. Iniziava dal bivio presso la località Gai a San Vendemiano dove si staccava dalla Strada d’Italia cioè la Statale Pontebbana e dopo circa 95 chilometri giungeva al confine del governo veneziano per entrare in quello austro-ungarico e con ulteriori 40 attraversava il Tirolo per giungere a destinazione a Dobbiaco.
A San Vendemiano vi è un cippo che informa i turisti che quello è il punto dove iniziarono i lavori per la nuova Alemagna. Lungo il tracciato, oltre al cippo di San Vendemiano vi sono altre due lapidi: una a Serravalle e l’altra sulla Cavallera a monte di Perarolo che ricordano l’apertura della strada.
La Strada Alemagna venne progettata dagli Arch. Giovanni Malvolti e Ernesto Francesconi e l’impresario fu il lombardo Antonio Talacchini.
Nel 1823 il Capo del Comune di Ampezzo accettò di cedere i terreni per la sede stradale così che la strada divenne di proprietà dello Stato.
A maggio dello stesso anno la Alemagna venne dichiarata imperiale e postale e mutò denominazione in Strada Regia Alemagna.
Fra il 1829 ed il 1830 venne ricostruito tutto il tratto ampezzano che venne scavata nella dura roccia. Il tratto venne inaugurato dall’Imperatore Francesco I.
Il tratto Dobbiaco-Cortina d’Ampezzo venne eseguito sotto la direzione dei lavori degli Ingegneri Luigi Negrelli e Josef Duile entrambi di Innsbruck.
Nel 1911 lo Stato Italiano dovette intervenire con denaro e personale per una manutenzione straordinaria.
Al giorno d’oggi la strada Alemagna viene utilizzata da chi partendo dall’area di Oderzo, Conegliano, Vittorio Veneto, vuole dirigersi, ora come allora, verso Cortina d’Ampezzo e la Val Pusteria.
Parte del vecchio e del nuovo tracciato sono anche porzione della ciclabile Monaco-Venezia, affascinante itinerario per cicloturisti per passare dai paesi del nord alla laguna.