In questo scritto verranno riportate le tappe principali che hanno caratterizzato la Storia del Bosco delle Penne Mozze a Cison di Valmarino, un’opera collettiva di un valore immenso frutto dell’impegno degli Alpini e che va tutelata anche per il futuro.
Storia del Bosco delle Penne Mozze
Storia del Bosco delle Penne Mozze
1968
L’idea del Bosco delle Penne Mozze, nasce per caso, durante una chiacchierata in un inverno freddo e nevoso come quello del 1968. Furono due amici Alpini Vittorio Cesca ed Enrico Salton, a dare il via all’iniziativa che prevedeva la costruzione di un Cristo, simile a quelli che si trovano nell’Alto Adige.
Dopo un periodo di riflessione venne avanzata la proposta al Gruppo Alpini di Cison di Valmarino. L’idea piacque moltissimo al Gruppo A.N.A.
Venne deciso di realizzare una scultura in legno denominata “Cristo degli Alpini”. Con i pochi soldi in cassa, venne incaricato Vincenzo Cesca, falegname di realizzare il bozzetto in scala 1:40. Vincenzo venne aiutato da Luciano Zorzatto e Ettore Sasso.
Si palesò, quindi, un problema: dove porre il Cristo? Dopo una breve consultazione venne deciso di collocarlo nella Valle di San Daniele, sullo sperone roccioso del Col Madan che si erge tra la Val de Buse-Pìssol e Val Fredda-Scaletta.
Un primo lavoro da realizzare prevedeva la creazione di un sentiero che portasse allo sperone e creasse una piazzola di sosta che fosse una balconata su Cison e sul territorio circostante.
Il muratore Ettore Sasso realizzò il basamento, in pietra locale che avrebbe ospitato la scultura.
Nel frattempo l’allora Capogruppo A.N.A. Cav. Giovanni Franceschet ed altri Alpini si recarono a Ortisei per acquistare il Cristo dallo scultore Andrea Messner. L’opera, in un unico tronco alto 150 centimetri ricalca la figura del Cristo che si contorce sofferente con una smorfia di tribolazione nel volto e il tormento delle mani che si chiudono per lo sforzo. È un’immagine che evoca il dolore della carne e dell’anima degli Alpini caduti in guerra.
Il debito contratto dagli Alpini per la realizzazione dell’opera venne cancellato dall’Ing. Virgilio Floriani.
1969
Il 21 settembre 1969 don Giuseppe Tonon, parroco di Tovena, Alpino e cappellano della sezione di Vittorio Veneto benedì il Cristo degli Alpini. Ai piedi della scultura venne posto un cappello alpino scolpito nella pietra sulla quale venne inciso: “Alle Penne Mozze, ovunque sepolte perché riposino ora e tutte, sotto il segno della redenzione.”
Il cappello venne realizzato da Enrico Salton.
Nel giorno dell’inaugurazione molte furono le autorità civili e militari che presenziarono alla cerimonia.
1970
Diversi furono i Cisonesi e forestieri che il Gruppo Alpini di Cison invitò a visitare il Cristo.
In uno di questi incontri, l’ex Sindaco di Cison Marcello De Rosso, parlò con il Capogruppo degli Alpini Cisonesi. Da questo breve dialogò emerse che il prof. Mario Altarui, Alpino e Dirigente della Cassa di Risparmio di Treviso, aveva un sogno: ricordare gli Alpini trevigiani caduti e dispersi sui vari fronti. Sognava che vi fosse un albero per ogni persona caduta o una stele. Il prof. Altarui, era da tempo, in cerca di uno spazio adeguato fra il Montello e la Pedemontana dove porre gli alberi.
1971
Non passo molto tempo che l’ex Sindaco De Rosso invitò il prof. Altarui e gli mostrò il Cristo sullo sperone roccioso. Il docente si innamorò immediatamente del luogo e cominciarono gli incontri per realizzare il futuro Bosco.
Quello del Bosco delle Penne Mozze fu un progetto originale, ardito e molto impegnativo. All’epoca vi era una diffusa perplessità in merito.
Nonostante ciò, venne deciso di dare vita all’iniziativa istituendo un Comitato Operativo. Quest’ultimo era composto dall’ideatore Artarui, da Salvadoretti Presidente della Sezione Alpini Vittorio Veneto, da Francesco Jelmoni dirigente amministrativo del Corpo Forestale che avrebbe aiutato nella riforestazione e dal Capogruppo degli Alpini di Cison che rappresentava il braccio operativo.
Venne acquistato il terreno circostante il Cristo degli Alpini, ripuliti i pendii dai rovi, preparato le buche dove inserire le nuove piante. Successivamente, venne preparato anche lo spazio dove collocare un monumento da realizzare come Memoriale.
Fu in quell’epoca che nacque l’idea di realizzare una stele in acciaio in memoria di ogni Alpino caduto e nato nella provincia di Treviso. Ogni stele è diversa dalle altre e riporta il nominativo dell’Alpino ed il luogo dove perse la vita. L’elemento decorativo di ogni opera simboleggia una scheggia di granata con una forma che ricorda una croce.
Ogni sabato, il passaparola ricordava ai volontari l’impegno della domenica mattina, che proseguì per oltre quaranta giorni festivi nel primo anno. Nell’opera vennero coinvolte anche persone che non risultavano Alpini.
Non mancarono le difficoltà di carattere economico-finanziario. Il progetto superò, di gran lunga, le possibilità del Gruppo, impegnato anche in un attento contenimento delle spese. Corse in soccorso degli Alpini, ancora una volta, l’Ing. Floriani. Quest’ultimo comprò altro terreno per poter ampliare il bosco, offrì il denaro per realizzare il Memoriale e offrì un significativo numero di steli, pari ad un Caduto per ogni Comune della Provincia, cioè 95. La moglie Loredana Carbone in Floriani divenne la madrina del Bosco.
Il Memoriale, Monumento simbolo del Bosco, venne realizzato da Simon Benetton.
“Le tre penne nere appaiono evidentemente mutilate ma il disperso lembo superiore viene raggiunto dall’amore degli Alpini viventi. La ferita rimane, ma il sacrificio non risulta vano se è fecondo di gratitudine per il dovere compiuto.
L’ala che muove dalle tre penne è indice di un ripristino delle coscienze, di una continuità di ideali, di una rinnovata volontà di operare per il bene comune, nella convinzione che è largamente maturato il tempo in cui avrebbe dovuto sorgere e consolidarsi un’intesa nazionale ed internazionale sincera e costruttiva”
Questa opera è stata donata dalla moglie di Floriani, Loredana Carbone e venne benedetta dal Vescovo Alpino Mons. Antonio Cunial.
1972
Nell’anno del centenario dell’istituzione delle truppe alpine, nei giorni 7-8 ottobre 1972, il Bosco delle Penne Mozze cominciò ufficialmente ad esistere.
Il singolare Sacrario, venne battezzato da Antonio Cunial, Vescovo di Vittorio Veneto ma non furono nell’occasione molti i presenti perché all’epoca, il bosco non era ancora conosciuto.
1973
In quell’anno vennero collocate altre 95 steli tra cui quella che ricorda il Generale Tommaso Salsa. Le celebrazioni vennero officiate da Don Giuseppe Tonon.
1974
Il Comitato si impegnò a realizzare altre 120 steli tra cui quella a ricordo della Medaglia d’Oro Annibale Pagliarin, nato a Vittorio Veneto nel 1916 e Caduto alla Vigilia di Natale del 1940 sul fronte greco. Alla cerimonia di inaugurazione di queste steli, presenziarono anche il Presidente A.N.A. nazionale Franco Bertagnolli con i Consiglieri Luigi Menegotto e Francesco Cattai per manifestare il loro affetto al Bosco delle Penne Mozze.
1975
I raduni avevano ormai una cadenza annuale e nella quarta occasione, il 10 agosto del 1975, vennero collocate altre 64 nuove steli ed un Cippo dedicato agli Alpini scomparsi in mare. Questo venne donato dalla famiglia del Tenente Mario Schiavon della Brigata Gemona, morto nell’affondamento del “Galilea” il 29 marzo 1942 durante la seconda guerra mondiale, dopo che la nave in cui era imbarcato, venne silurata dal sommergibile britannico Proteus. Nella tragedia morirono quasi un migliaio di soldati: alpini della Julia, carabinieri e prigionieri di guerra.
Nella stessa occasione venne collocato un cannone da montagna 75/13 risalente alla Prima Guerra Mondiale e donato dal Gruppo A.N.A. di Arcade, quale dotazione ornamentale del Bosco.
1976
Il raduno, anno dopo anno, diventò sempre più impegnativo sotto il profilo organizzativo per la Sezione Alpini di Cison di Valmarino. L’evento si teneva ad agosto per facilitare la presenza delle persone ma era una data poco consona per coloro che venivano da lontano.
Dopo un’analisi ed una valutazione effettuata dei vari Gruppi, la data verrà spostata alla prima domenica di settembre.
Si pensi che in quell’anno, il Gruppo di Cison dedicò circa 900 ore di lavoro nel Bosco. Il raduno venne organizzato l’8 agosto, poco dopo il Terremoto del Friuli, dove morirono 11 Penne Nere nel crollo della Caserma Goi a Gemona del Friuli.
1977
Nel 1977 vennero inserite, nel Bosco delle Penne Mozze, altre 157 nuove steli che vennero benedette da Don Giuseppe Tonon, Cappellano del Bosco.
Le spese sempre ingenti per il solo Gruppo Alpini Cison vide il contributo di altri quattro gruppi ANA della Provincia. Fu inoltre il primo anno in cui il raduno venne organizzato per la prima domenica di settembre.
1978
Venne posta una stele del primo Alpino trevigiano, Tommasini Nerio Cristiano, deceduto per cause di servizio alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Venne anche riconfermato il Patto di Amicizia, stipulato nel 1966 a La Spezia, tra gli Alpini e la Marina Militare. Per ricordare l’evento, venne costruito un pennone dove, il giorno dell’adunata, venne issata la bandiera della Marina e alla cui base è collocata un’ancora a grandezza naturale.
1979
Durante l’ottavo raduno venne inaugurato il piazzale degli Alpini, uno slargo antistante l’ingresso del Bosco. A valorizzare il piazzale, l’Istituto del Nastro Azzurro di Treviso, contribuì donando un Cippo con antenna per la Bandiera Nazionale, a memoria dei Trevigiani decorati al Valore Militare.
Nella stessa cerimonia venne scoperto un altro Cippo: quello donato dall’As. Pe. M. Associazione Penne Mozze, nata l’anno prima su indicazione del prof. Altarui. Il Cippo conserva un’urna in cui è custodita della terra raccolta in un cimitero italiano in Russia.
Venne anche collocato il Cippo della Croce Rossa Italiana, donato dalle Crocerossine trevigiane agli Alpini caduti in guerra.
1980
In quell’anno vennero collocate altre 130 steli a cui si aggiunsero sei Cippi monumentali a memoria delle Divisioni Alpine mobilitate durante la Seconda Guerra Mondiale. Queste donate dall’Associazione Penne Mozze e collocate ad ornamento del piazzale degli Alpini ricordano le Divisioni:
- Taurinense
- Tridentina
- Julia
- Cuneense
- Pusteria
- Alpi Graie
1981
Il raduno si svolse in due giornate, il 5 ed il 6 settembre.
Il Bosco venne nell’occasione arricchito con la Madonna delle Penne Mozze. La statua in bronzo, opera dello scultore Marcello Cagnato venne collocata nell’area di un’ex casera. Il basamento progettato dall’Arch. Antonio del Fabbro vide impegnati per la realizzazione un gruppo di soci della Sezione A.N.A. di Conegliano, guidati dalla Sezione di Pieve di Soligo.
Le spese di fusione vennero sostenute dai coniugi Altarui in occasione delle loro nozze d’argento.
Il 6 settembre venne inaugurato anche il monumento con i resti della statua dell’Alpino distrutta a Brunico. Voluta da Mussolini nel 1938, a ricordo della Divisione Pusteria impegnata nella Guerra d’Etiopia nel 1935-1936, la statua venne abbattuta all’arrivo dei nazisti nella seconda guerra mondiale, ricostruita nel 1951, il 2 dicembre 1966 venne danneggiata da una carica di tritolo, probabilmente collocata dai separatisti del Sudtirolo.
Il raduno fu l’occasione per scoprire anche il Cippo dedicato a Cesare Battisti e fortemente voluto dal Cavaliere di Vittorio Veneto, Francesco Cielo. Il Cippo trovò collocazione all’ingresso del Memoriale.
1982
In quell’anno le attività nel Bosco continuarono. Ad esempio vennero intitolati dei sentieri alle quattordici Medaglie d’Oro alpine trevigiane. Le targhe ricordano il:
- Generale Tommaso Salsa (Cirenaica 1912-1913)
- Capitano Manlio Feruglio (Val Calcino 11-12 dicembre 1917)
- Tenente Sante Dorigo (Zugna Torta 23 maggio 1918)
- Tenente Alessandro Tandura (fronte del Piave giugno-agosto 1918)
- Sergente Maggiore Luigi Spellanzon (Etiopia 31 maggio 1938)
- Sergente Maggiore Annibale Pagliarin (fronte greco 22-24 dicembre 1940)
- Tenente Egidio-Aldo Fantina (fronte greco 9 gennaio- 8 marzo 1941)
- Sergente Giovanni Bortolotto (Russia 30 dicembre 1942)
- Capitano Maggiore Olivo Maronese (20 gennaio 1943)
- Alpino Angelo Ziliotto (Russia 27 dicembre 1942-19 febbraio 1943)
- Allievo Ufficiale Alpino Luigino Tandura (zona Gorizia 28 giugno 1944)
- Allievo Ufficiale Alpino Giovanni Girardini (zona Livenza settembre 1943- settembre 1944)
- Capitano Pietro Maset (Pian Cansiglio aprile 1945)
- Alpino Alessandro Zannini (zona Treviso settembre 1943 – 30 aprile 1945)
L’incontro annuale fu occasione per inaugurare il Cippo della Brigata Cadore.
1983
Anno dopo anno, il raduno diventava un’opportunità densa di avvenimenti. Al Bosco arrivavano sempre più persone e questo diventò per il Gruppo Alpini Cison motivo di soddisfazione ed orgoglio e vennero benedette altre 102 steli.
Dopo un paio di mesi, il 30 ottobre morì il dott. Giulio Salvadoretti, padre buono e primo sostenitore del Bosco delle Penne Mozze.
1984
L’Assemblea Nazionale Ex Internati della provincia di Treviso scoprì un Cippo a loro dedicato. L’appello ancor oggi valido promuove un mondo senza reticolati, come quelli installati nei lager.
Durante il raduno del 2 settembre, vennero collocate e benedette 191 nuove steli. Alla manifestazione si contarono più di 10.000 persone, un record per il Bosco.
Il presidente del Gruppo Alpini di Vittorio Veneto, dott. Lorenzo Daniele, annunciò un nuovo appuntamento fissato per il fine ottobre di ogni anno. L’occasione nacque con lo scopo di ricordare davanti alla Madonna delle Penne Mozze, i defunti che avevano offerto la loro collaborazione al Bosco.
1985
Le presenze aumentavano sempre più al tradizionale raduno. In quell’anno, vennero collocate altre 217 nuove steli.
1986
L’impegno operativo di quell’anno si concretizzò nel posizionare 200 steli nuove.
Al raduno parteciparono molte autorità civili e militari fra cui il Sottosegretario al Commercio Estero On. Gianfranco Rocelli. Nutrita fu anche la partecipazione degli Alpini veneti ma anche abruzzesi, liguri, piemontesi, lombardi.
1987
Il Bosco, abbiamo visto, portava tante soddisfazioni ma non mancavano le preoccupazioni. Tra queste oltre ai lavori non mancavano quelle finanziarie. Il progetto per l’anno prevedeva la posa di 140 steli ed i costi aumentavano.
Il comitato decise di rendere onore a tre Alpini morti in un incidente stradale durante il servizio militare.
L’11 ottobre il maltempo causò ingenti danni al Bosco delle Penne Mozze. Le piogge torrenziali rovinarono il piazzale e diversi siti nel Bosco.
1988
L’anno fu particolarmente difficile sia a livello economico sia per i volontari. Le fatiche furono enormi per sistemare il Bosco dopo i danni causati dalla piena del 1987. Un’impresa non facile.
Furono posizionate ulteriori 85 steli sparse su un’estensione complessiva di due ettari. Le steli complessivamente posizionate erano ormai 2.300.
1989
Il 27 agosto morì il prof. Altarui che si era speso moltissimo per il Bosco delle Penne Mozze. Questo condizionò inevitabilmente il raduno. Venne comunque palesata la volontà di continuare il percorso tracciato: curare il Bosco delle Penne Mozze.
1990
Nel 1990 vennero poste altre due steli e perfezionato il contratto di acquisto dell’ultimo appezzamento di terreno da parte del Comune di Cison a carico del Comitato. Il Gruppo degli Alpini di Cison saldò la cifra con £ 2.500.000.
Nacquero in quell’epoca problemi di natura diversa per il Bosco. Vi erano infatti organizzazioni che ostacolavano il suo futuro. Intorno al Rujo, il torrente che scorre nel Bosco, vi erano progetti, vecchi e nuovi, in difficoltà. Per agevolare le pratiche amministrative intervenne anche l’Associazione Nazionale Alpini.
Venne intitolato il sentiero alla M.O. Enrico Reginato.
1991
Il Bosco delle Penne Mozze si poteva considerare completato, si cominciò a pensare all’acquisto delle attrezzature necessarie per la manutenzione e per lo svolgimento dei Raduni annuali.
1992
Nel corso degli anni, diversi Gruppi Alpini collaborarono per mantenere in ordine il Bosco delle Penne Mozze e fra questi è possibile ricordare quelli di Cappella Maggiore, Colle Umberto, Corbanese, Refrontolo, Caerano San Marco, ecc.
In quell’anno, come spesso capitava vennero sostituite diverse piante.
Al tradizionale raduno settembrino, parteciparono diverse Associazioni d’Arma ed Autorità. Venne portata avanti l’idea di creare una Fondazione per tutelare il Bosco per supportare o sopperire alle attività degli Alpini locali e nazionali.
Uno dei nuovi progetti prevedeva di sistemare e migliorare i sentieri che cominciavano ad avere problemi strutturali.
1993
Al Raduno venne ricordato il Presidente del Comitato Bosco Penne Mozze Marino Dal Moro morto a luglio.
Vennero fissate altre due steli a memoria di due Penne Mozze, che erano state dimenticate.
1994
La revisione degli elenchi delle Penne Mozze vide la posa di due steli, una in memoria di un alpino che per errore era sfuggito agli organizzatori. L’altra in memoria di un milite, morto durante il periodo di leva per motivi di servizio.
L’impegno maggiore venne profuso nella costruzione di una passerella per superare il torrente Rujo, distrutta dopo l’alluvione dell’ottobre 1987.
1995
Il 3 settembre venne inaugurata la nuova passerella. Anche all’edizione di quell’anno parteciparono un gran numero di persone.
Nell’occasione vennero ricordati Mario Altarui, Giulio Salvadoretti e Marino Dal Moro.
1996
Il 1° settembre venne organizzato il XXV raduno alla presenza di molte autorità civili, militari e moltissimi Alpini. Tutto l’anno servì per organizzare l’importante manifestazione.
1997
L’attività principale dell’anno vide i volontari occupati per organizzazione il raduno. Non vi furono problemi o incombenze che bloccarono il loro lavoro.
1998
Il Bosco delle Penne Mozze venne arricchito con una Campana votiva, donata dall’Associazione Penne Mozze in occasione del 20° Anniversario della sua Fondazione.
1999
In quell’anno vennero collocate due steli, una per il Capitano Maggiore Eugenio Pilot e una per l’Alpino Lorenzo Toffolo.
2000
Il raduno venne organizzato come ogni anno. Folta la partecipazione e il consenso come gli anni precedenti.
2001
L’Amministrazione Comunale di Cison di Valmarino ha inserito nell’Albo d’Oro delle personalità che hanno onorato il Comune, i nomi dei soci fondatori del Bosco delle Penne Mozze, Mario Altarui, Giulio Salvadoretti, Marino Dal Moro, Marcello De Rosso.
Al Bosco venne inaugurata una struttura muraria che era crollato nell’alluvione del 1997.
2002
In quell’occasione venne inaugurato l’Albero del Ricordo. Un’opera nata con l’intento di offrire alle varie sezioni alpine, un sito dove apporre le targhe della propria sessione e così facendo, ricordare i propri Alpini defunti.
Il primo gruppo che fissò la sua targa nell’Albero dei Ricordi fu la Sezione Abruzzi.
Nel Bosco vennero poste tre nuove steli.
2003
L’”Albero del Ricordo” venne arricchito con tre nuove targhe delle sezioni: Parma, Pordenone e Sicilia.
2004
Vennero sistemate sull’Albero nuove Sezioni dette “Foglie” per: Belluno, Cadore, Feltre.
2005
Anche in quell’anno vennero collocate altre tre targhe sull’”Albero del Ricordo” per le Sezioni di Firenze, Marche e Carnica.
Il Raduno vide l’inaugurazione della stele dell’Associazione Nazionale Paracadutisti.
2006
Nel 2006 altre tre foglie dedicate alle Sezioni di: Bergamo, Cremona e Reggio Emilia presero posto nell’Albero.
Dopo l’apertura degli archivi sovietici, vennero ritrovati altri 25 Caduti nella Campagna di Russia e conseguentemente vennero costruite e deposte le relative steli.
Si ritiene così completato il Bosco che ricorda i Caduti Alpini della Provincia di Treviso.
2007
L’Albero si arricchisce di altre Foglie delle Sezioni: Como, Colico, Sondrio e Tirano. Al Raduno è intervenuta, come rappresentante militare, una donna Alpina.
2008
Durante il raduno il Bosco poté ospitare il Labaro Nazionale dell’Associazione Alpini scortato dal Consiglio Direttivo Nazionale e dal suo Presidente Perona.
Vennero poste le Foglie delle Sezioni Alessandria, Biella e Cividale.
2009
In quell’anno vennero posizionate nuove targhe per le Sezioni di Palmanova e Piacenza nell’Albero del Ricordo.
2010
Altre furono le “Foglie” collocate per le Sezioni Asiago, Marostica e Valdagno e venne messa a dimora la 2400ᵃ stele dedicata all’Alpino Adriano Durante, scomparso sul fronte greco e trasferito giovanissimo nell’agro pontino.
2011
In quell’anno si celebrò il 40° Raduno che vide la presenza di moltissime persone. Vennero poste le Foglie delle Sezioni Aosta, Asti, Bolzano e Padova.
Vennero collocate anche due steli: una dedicata all’Alpino Giuseppe Pilat l’altra a tutti i Caduti nelle operazioni internazionali di Pace.
2012
Sull’Albero vennero collocate altre quattro nuove Foglie: Gorizia, Pavia, Torino e Venezia.
Molto partecipato fu il tradizionale Raduno di Settembre.
2013
Nonostante il passare degli anni, vennero poste altre due steli per gli Alpini Antonio Lucchese di Cappella Maggiore e Giuseppe Nardi di Maser.
In quell’occasione vennero collocate anche le Foglie delle Sezioni Bolognese e Romagnola.
2014
Arricchirono l’Albero del Ricordo le Foglie delle Sezioni Brescia, Salò, Sardegna e Valcamonica.
Per coloro che volessero approfondire la Storia del Bosco delle Penne Mozze segnaliamo il libro “Il Bosco delle Penne Mozze… per non dimenticare”, Comitato Bosco delle Penne Mozze, 2015